sabato 9 febbraio 2013

#20


E dopo un’infinità, torno a cercare di scrivere questo blog. Forse avrei ricominciato anche due settimane fa (forse), ma i miei adorabili host parents hanno deciso di togliere internet e blogger mi impediva di caricare qualunque cosa. Fucking great.
Non che sia un’internet-dipendente (be’, solo un po’, ma non siamo all’Internet Anonimi qui), però quando fuori ci sono -49° (non sto scherzando, andando a scuola l’altro giorno avrei fatto prima a mettere i pattini tanto era ghiacciata la strada) non c’è molto da fare. Anzi, la cosa più interessante è spalare neve, e vi assicuro che non è divertente. Tralasciando pure il fatto che per la prima mezzora non capivo come usare quella stramaledetta pala e in pratica continuavo a rivoltare la stessa neve nello stesso identico punto. Yay. E che il giorno dopo non riuscivo ad alzarmi dal letto. O a sollevare una forchetta. O ad avere un’espressione che non dicesse “uccidetemi”.
Cooomunque è da Dicembre che non scrivo, e siamo a Febbraio. Un applauso a me e alla mia coerenza! Ergo, cominciamo dall’inizio.
Ovvero, dal 30 Novembre, compleanno della Bea. Ciao Bea, volevo farti un super post di auguri ma poi mi sono dimenticata. Scusa. Ma auguri! Un po’ come “ti ho preparato un biscotto, ma poi l’ho mangiato”. Quindi quando torno ti faccio un biscotto. :D
Poi tre giorni dopo era il mio compleanno, e la Bea e la Laura mi hanno fatto un video fantastico, e sto ancora ridendo. Sì, a Febbraio sto ancora ridendo. Cercherò di postarlo, ma con le mie grandi doti tecnologiche e il wifi del cazzo che mi ritrovo sarà un’impresa.
Per qualche motivo tutti mi hanno regalato cioccolata.
Okay, mi piace la cioccolata, ma non ne sono drogata, okay? Posso smettere quando voglio. Però non voglio. Ecco.
Oh, e poi ho mangiato una blizzard cake. (Blizzard = Ambrosia in forma gelatosa. No, non gelatinosa, gelatosa, come il gelato). Tra l’altro Alice, Alexa e delle altre mie compagne di classe mi hanno mandato un pacco con un kilo di Nutella (ovviamente adesso è scomparsa), montagne di Ferrero Rocher (Bea lo so che stai ridendo), Choco-Bons, Kinder, Lindt, e Baci Perugina (le cui frasi diventano di anno in anno più insulse). E un paio di giorni fa i miei mi hanno mandato un pacco pieno di Ciobar.
Ed ora capirete perché più che un essere umano inizio ad assomigliare ad una balenottera. Non una balena, perché sono bassa, quindi balenottera. E poi mi piace la parola balenottera. Balenottera, balenottera, balenottera!
Okay, basta.
Per Natale Andrea è tornata in Messico, e giuro che ero sul punto di fare festa. Sarà anche simpatica, ma è troppo simpatica. Certe volte non la sopporto. Specialmente quando ci impone il suo diavolo di cibo messicano. Cazzo, non mi piace il piccante, lo vuoi capire?? Non lo voglio il tuo fottutissimo chile! Io dopo la polenta (disastrosa) ho smesso anche di pensare di cucinare, lei continua, nonostante né a me né ai miei host parents piaccia.
E, fidatevi, quando una messicana vi dice “non è piccante” non credetele. Mai. Sarà SEMPRE piccante.
Comunque, il grande cenone della vigila è stato, rullo di tamburi, MacDonalds. Ta-dan! Giuro, e non sono sarcastica, che è stato il miglior cenone della mia vita :’)
E, ovviamente, i regali. Gli unici motivi per cui non diventerò un’eremita che vive in una grotta alle Hawaii sono i regali di Natale. Quest’anno ho ricevuto due collane, di cui una mi fa ribrezzo (ha su un cuore. Eeeeeeeewww), cioccolata (e che cazzo?), e un treppiede. Sì, un treppiede. Ed è stato il mio regalo preferito. Il problema è che fa troppo freddo anche per mettere i guanti e andare a fare foto, quindi aspetterò la fine dell’Era Glaciale, che si prospetta verso fine Marzo. Forse.
Poi ho passato il giorno di Natale a guardare Shreck II e un film sulla mafia con il mio host dad. Fuck yeah! Ma ho aperto la mia calza. Calza bella, calza buona, calza piena di cioccolato (ancora). E un dentifricio, perché la mia host mother ha pensato bene di prevenire le mie carie. È andata meglio a me che a B., la mia host sister, che nella sua calza ha trovato un lubrificante della Durex. Lol.
Andrea, quando è tornata ha trovato un deodorante. Nice.
La mia scuola ha fatto un banchetto di Natale, dato che quei poveri diavoli non possono fare un ballo perché considerato immorale e contro le sacre scritture. Della serie ammirate l’apertura mentale delle scuole cristiane. Comunque, ognuno doveva portare un cibo dalla propria cultura. Io ho portato una tiramisù bite-size, ovvero dei pavesini con nutella e mascarpone dippati (non mi viene la parola in italiano) nel caffè e ricoperti di cocco (perché avevo del cocco da usare. Lo so che il tiramisù non ha il cocco), più che altro perché non avevo lo sbatti di fare una lasagna, che tra l’altro sarebbe uscita pietosa perché l’unico formaggio qui conosciuto è il fantomatico Cheddar, ovvero il formaggio arancione.
Alla fine mi sono sentita quasi in colpa perché gli altri exchange hanno portato di tutto e di più: Andrea (tanto per cambiare) ha cucinato pico de gallo o qualunque diavolo di cosa fosse e riso rosso per un reggimento. Ovviamente nessuno lo ha toccato. D. ha cucinato qualche altra cosa piccante che non ho toccato e delle tortillas. F. e P., Thai, hanno fatto una specie di brodaglia di pesce che sembrava innocua e si è rivelata più piccante di qualunque altra cosa Andrea avesse mai cucinato. M., M. e M., le giapponesi (lo so, i loro nomi iniziano tutti per M.) hanno fatto sushi e qualche altra cosa con la verdura. A me non piace il sushi. Ma i loro vestiti erano fantastici! Erano tipo kimono, ma sono chiamati con un altro nome che non mi ricordo. E. e R., le australiane, hanno portato il MacDonalds. Tanta stima per loro. I Brasiliani invece hanno portato talmente tanto cibo che da soli riempivano due tavoli. Hanno pure messo una specie di palla di tonno fritta tra i dolci, ingannandomi. Disgraziati.
Ooora, Capodanno. La cosa che mi ha sconcertata di più è che qui non ci sono i botti! Per non parlare di alcohol. Se lo nomini nella santissima e reverendissima cittadina di Mascella d’Alce potrebbero esorcizzarti. I primi mesi che ero qui, quando me lo chiedevano e dicevo che in Italia si può bere a 16 anni, loro mi guardavano come se dovessi far parte dell’AA. Viva l’apertura mentale! Per fortuna non sono tutti così, è solo la mia scuola che è più indietro del medioevo.
Comunque, sono andata ad una festa il cui tema era Star Wars, al che ero tutta presa bene, salvo capire una volta arrivata che c’erano forse due persone che avevano effettivamente visto la saga. Quindi mi sono rotta e sono andata a mangiare un Happy Meal nel parcheggio del Burger Kind con B, dato che non c’era un singolo venditore di hot dogs aperto.
Comunque, dopo tre settimane di vacanze, la scuola è ricominciata. Io, però, il 16 sono andata in California.
È stato un trauma, perché sono passata da -30° a +30° in qualcosa come dieci ore. Gli altri exchange students erano per l’80% tedeschi e per il 15% russi, quindi intorno a me sentivo sempre parlare tedesco e russo, e o scoppiavo a ridere o ero pesantemente disorientata e la mia espressione era un perenne eccheccazzo.
Però è stato fantastico, e posso dire che mi trasferirò a San Francisco, perché quella città è troppo figa. Voglio dire, quale altra città ha le cable-cars, il Golden Gate Bridge, Alcatraz, e hippie che ti fanno il segno della pace mentre vanno coi loro furgoncini della Volks? E, soprattutto, 20° a Gennaio?
Figa è la parola giusta.
Ovviamente ho quasi pianto quando scendendo dall’aereo ero di nuovo in grado di vedere il mio respiro.
E avevo una ragione in più per piangere: finals week. Ovvero, gli esami finali di ogni materia.
E mi ero persa un’intera settimana di spiegazioni. E Andrea non è esattamente una tipa affidabile quando le chiedi gli appunti.
Ergo, sto iniziando a pensare che un Dio esista. Non so se sia Buddha, Dio, Allah, Odino, Ratatushtra, Zeus, il Dio Serpente Azteco o chissà cosa, ma senza studiare un beneamato cazzo in Letteratura Inglese ho preso 96%. E ovviamente ora Mrs. S. mi adora.
Ma non è tutto! Ho preso lo stesso voto in History, essendomi persa tutta la WWII (poca roba diciamo) ed essendo grata a Santa Wikipedia e al free wifi della scuola. Tra l'altro ero sul punto di ammazzare il mio profe, perché ha lasciato usare gli appunti a tutti gli exchange, tranne me. Vaffanculo. -.-"
Non so ancora come sia andato Calculus, ma stendiamo un velo pietoso. Calculus è solo una parola figa per dire Matematica, e comunque la si rigiri io continuo a fare schifo, che sia in italiano, inglese, bielorusso, cecoslovacco, giapponese antico o ugrofinnico.
In Christian Ethics, 88%. E sinceramente, non me ne potrebbe fregare di meno, anzi: non ho nemmeno letto il libro, e ancora una volta si ringrazia l’eccelsa, l’unica, Santa Wikipedia.
Per Arte abbiamo dovuto dipingere un pannello del soffitto: è tipo una tradizione, e tutto il corridoio ne è ricoperto.
Ora, la situazione nella mia classe di Arte è questa: ci sono i geni incompresi che sclerano se il nero non è abbastanza nero e se il sopracciglio della loro Marylin è troppo basso. E sono davvero bravi, mannaggia a loro.
Poi ci sono quelli bravini, che però si credono fantastici e si danno arie da artisti, compreso mettersi un pennello sporco di vernice blu dietro l’orecchio dipingendosi inevitabilmente la nuca. Uno di questi esemplari geniali ha disegnato “man-pig” sul suo pannello. Fatevi voi un’idea.
Poi ci sono io, che almeno ci provo.
Okay, siamo quasi alla fine del post!
Le australiane se ne sono andate. Bu-uh. Non vi dico i pianti che vedevo a scuola.
I brasiliani, invece, mi mancheranno un sacco, davvero. D:
Erano gli idioti più assurdi che abbia mai incontrato, specialmente G., li adoro. Quella scuola sarà noiosissima senza di loro. Oggi io, A, R, G e qualcun altro andremo al cinema per salutarli, ma non è giusto. Io li voglio ancora qui!
Bye bye brasiliani, mi mancherete.
Senza G non avrò nessuno a cui rubare musica piratata.